La soia è un legume ricco di pro­teine vege­tali di ele­vata qua­lità. Dalla soia si rica­vano una varietà di cibi con tec­ni­che di lavo­ra­zione diverse: il tofu, il latte e i pro­dotti fer­men­tati come il miso, il tem­peh e la salsa di soia. Anche lo yogurt di soia è un pro­dotto fer­men­tato attra­verso l’inoculazione di bat­teri come il lat­to­ba­cil­lus aci­do­phi­lus così come si fa per lo yogurt vaccino.

 

La soia così come altri legumi, con­tiene sostanze natu­rali che inter­fe­ri­scono con l’assorbimento pro­teico e di alcuni mine­rali come il cal­cio e lo zinco. Esse hanno però un impatto mode­sto sull’assorbimento e invece impor­tanti azioni di pre­ven­zione tumo­rale che ven­gono ridotte dalla fer­men­ta­zione. La fer­men­ta­zione aumenta invece la quota di oli­go­sac­ca­ridi con fun­zione pre­bio­tica. Si tratta di zuc­cheri che fun­gono da nutrienti per i bat­teri bene­fici che colo­niz­zano il nostro intestino.

La soia con­tiene anche impor­tanti iso­fla­voni come la geni­steina e la dai­zeina, detti anche fitoe­stro­geni per la loro somi­glianza con l’estradiolo, il prin­ci­pale ormone fem­mi­nile. Esi­ste una grande con­fu­sione su que­ste sostanze, usate anche come sup­porto natu­rale ai sin­tomi della meno­pausa. E’ stato detto che gli iso­fla­voni pos­sono inter­fe­rire con la fer­ti­lità, con la fun­zione tiroi­dea ed epa­tica e per­fino favo­rire lo svi­luppo del tumore del seno. La ricerca ci for­ni­sce però un qua­dro molto diverso. Gli iso­fla­voni di soia non sono degli estro­geni, ma dei modu­la­tori dell’azione estro­ge­nica. Agi­scono di fatto in modo diverso legan­dosi alle due classi di recet­tori estro­geni pre­senti nel corpo. Sui recet­tori alfa pre­senti soprat­tutto nel seno e negli organi ripro­dut­tivi, gli iso­fla­voni hanno un’azione anti-estrogenica. Legan­dosi invece ai recet­tori beta che si tro­vano prin­ci­pal­mente nelle ossa e nei vasi, geni­steina e dia­zeina eser­ci­tano un’azione simil-estrogenica di sti­mo­la­zione pro­tet­tiva dei tes­suti. Di fatto quindi gli iso­fla­voni pos­sono ridurre i sin­tomi della meno­pausa e anche con­tri­buire a pro­teg­gere nei con­fronti dell’osteoporosi.

E’ stato anche detto che la soia è sicura solo se assunta nella forma fer­men­tata per via della pre­senza di alcune tos­sine che bloc­cano gli enzimi che ser­vono per dige­rire le pro­teine. In realtà pic­cole dosi di que­ste sostanze sono pre­senti in quasi tutte le ver­dure cru­ci­fere e nei legumi ma hanno un’azione tra­scu­ra­bile. In con­clu­sione, un’analisi della let­te­ra­tura esi­stente sulla soia, ci porta a sug­ge­rire che siano i pro­dotti di soia fer­men­tati che non pos­sono tro­vare un loro ruolo nell’alimentazione soprat­tutto per for­nire una quota impor­tante di pro­teine vegetali.

Riman­gono i sospetti sulla natura OGM di molta soia in com­mer­cio e per que­sto è bene non esa­ge­rare con il suo uti­lizzo e intro­durre nella dieta anche forme “nostrane” di legumi.

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